I due celebri costruttori di audio professionale riescono nell’impresa, unica al mondo, di restituire al pubblico l’energia di mille musicisti all’unisono. Su un’area enorme.
Più di 1000 musicisti, la più grande Rock band al mondo, hanno suonato simultaneamente 18 brani tra i più emozionanti della storia del Rock in un mega-concerto che si è tenuto, lo scorso 12 ottobre, direttamente sulle piste dell’aeroporto di Milano-Linate. Dopo aver conquistato lo Stade De France di Parigi e la Commerzbank Arena di Francoforte, Rockin’1000 That’s Live – No Borders, On Board “atterra” a Linate e ospita sul palco il contributo di due realtà musicali italiane: Manuel Agnelli degli Afterhours (affiancato da Rodrigo D’Erasmo) e i Subsonica.
Se la qualità dell’esperienza acustica determina la riuscita di qualsiasi ‘live show’ che si rispetti, a maggior ragione deve esserlo quando a scendere ‘in pista’ troviamo la più grande rock band al mondo.
Outline e Powersoft, rispettivamente con i sistemi di altoparlanti GTO e gli amplificatori serie K ed X, hanno dato vita, ancora una volta (già i due brand erano presenti all’edizione di Firenze 2018), a un’esperienza acustica all’altezza di un evento che non ha eguali tanto sul piano artistico quanto su quello tecnico.
Qui di seguito troviamo i commenti in merito al risultato sonoro di Rockin’1000 That’s Live – No Borders, On Board – commenti che provengono sia da parte degli ideatori della spettacolare kermesse sia da parte dei tecnici audio che hanno lavorato con un sistema di ripresa ed amplificazione unico al mondo.
Francesco Penolazzi (sound designer Rockin’1000):
– Parlaci per favore dell’amplificazione (la scelta di cosa e come amplificare vista la moltitudine di musicisti e di strumenti)
“Per rispondere a questa domanda bisogna semplificare l’obiettivo riducendolo ad un lavoro tradizionale. La moltitudine di musicisti è assimilabile ad un’orchestra classica, quindi la ripresa microfonica è simile a quella, ma utilizzando i pochi microfoni che hanno le caratteristiche ottimali in maniera diversa rispetto al tradizionale si crea una ripresa a zone come se fosse un tetto sonoro cercando di riprendere, davvero, tutti i musicisti. Alcuni di essi hanno anche una ripresa “in campo ravvicinato” (close miking) oppure con D.I. Box per avere la possibilità di dare la sensazione di direttività nel piano sonoro. Tutta questa ricerca nasce dal fatto che si vuole mantenere, oltre alla sonorità, il più simile possibile al reale anche la spazializzazione”.
– Cosa puoi dire sulla fase della progettazione e poi della realizzazione pratica di un evento del genere, data anche l’esperienza che ogni anno apporta sempre nuovi spunti?
“Finalmente qui abbiamo fatto il top, con una grande squadra di persone capaci ed ispirate. Considero che tutte le persone che hanno partecipato alla realizzazione di questo evento con un sistema di ripresa ed amplificazione unico al mondo, sono prima di tutto grandissimi professionisti, ma soprattutto delle grandi persone che hanno contribuito alla realizzazione con tutta la loro passione, dando quella marcia in più e in maniera impeccabile alla mia semplice intuizione. Parlare del progetto purtroppo è riduttivo rispetto alla grande impresa fatta, ne parleranno i tecnici, io ho solo contribuito e direzionato l’obiettivo. Chi vuole sapere e capire deve venire sul campo, non c’è niente che lo possa descrivere senza ascoltarlo”.
Luca Stefani (fonico FOH Rockin’1000):
– Come è stato costruito il suono di R1000 a partire dalla posizione degli Array fino alla composizione del mix finale? Quale è il risultato che si voleva ottenere?
“Le challenge più grandi da affrontare nell’amplificare il suono di R1000 sono la spazializzazione e l’alto contenuto armonico della sorgente. La gestione della provenienza del suono è stato uno dei punti più complessi che abbiamo affrontato fin dalle prime edizioni di R1000.
Ci sono due aspetti principali:
1) la fonte sonora è larga circa 100 metri e profonda 50,
2) il pubblico è disposto attorno alla sorgente per un angolo complessivo di circa 180 gradi.
L’alto contenuto armonico (1000 sorgenti sonore diverse) è difficilmente riproducibile da un singolo speaker, la distorsione provocata dai trasduttori nel cercare di replicare un mix così complesso provoca la distorsione dei transienti di ogni singolo suono e quindi la perdita della percezione della molteplicità delle sorgenti sonore.
Le tecnologie già presenti nel mercato sono impresentabili nel nostro caso per cui abbiamo dovuto creare un diverso modo di disporre il PA e un diverso modo di distribuire i segnali.
Quello che si vede a Linate è un sistema di 10 cluster disposti su 6 torri. Ogni area di pubblico, laterali compresi è coperta da almeno 2 cluster: uno a destra e uno a sinistra dello spettatore.
Ognuno di questi cluster riceve un mix dedicato di segnali diversi che cerca di rappresentare, amplificato, il suono acustico proveniente dai 1000 musicisti. Non ci sono zone di pubblico considerate di serie “B” o meno importanti, questo è un punto principale nella scelta della diffusione sonora di R1000: ogni spettatore deve poter percepire una fonte sonora comparabile a quella fisicamente presente.
Per poter fare questo il quantitativo di cabinet usati e punti di sonorizzazione è più elevato di quello che ci si aspetta in un evento classico.
La regia diventa una grande matrice fatta di centinaia di ingressi e decine di uscite dove la ridistribuzione del segnale ai vari clusters avviene partendo da una base creata nella posizione frontale che poi viene modificata ed adattata nelle altre varie zone a seconda della conformazione dell’area coperta e del suono acustico proveniente dai 1000 musicisti.
Essendo R1000 un evento giovane e senza precedenti Francesco ed io, aiutati dai nostri collaboratori più stretti tra cui Alfonso Barbiero, Maurizio Cottone e supportati da Giulio Gandini nell’edizione di Linate, cerchiamo ad ogni edizione di mettere in campo le nostre conoscenze per poter dare a tutto il pubblico presente un’esperienza unica e sorprendente. Non è sicuramente una missione facile ma sembra che ci si stia dirigendo verso una strada sempre più soddisfacente”.
Giulio Gandini (Outline – R&D Engineer | Tech Support and Training):
– Parlaci per favore della configurazione e puntamento degli array
“Tutti i diffusori sono stati pensati e posizionati per ricreare il suono dei 1000 musicisti che deve essere evidentemente “grande” non solo in termini di volume, ma anche di percezione spaziale. Il posizionamento degli array è stato pensato per ricreare proprio questa esperienza di ascolto. Il progetto è partito dall’idea delle posizioni di Francesco Penolazzi utilizzate nel primo live dei 1000, è stato rifinito da me e Luca Stefani nel corso dei mesi successivi al Rockin’1000 di Firenze dell’estate scorsa ed ulteriormente affinato da Luca Stefani in seguito ai due eventi europei di Parigi e Francoforte.
A livello visivo i 10 cluster sono posizionati a coppie in modo tale da garantire che ogni persona del pubblico sia sempre in “copertura” di due impianti. Questo consente al fonico la libertà di creare un mix di base sul quale poter poi lavorare per creare la spazialità richiesta (ogni cluster riceve un segnale dedicato, il mix non è un semplice L-R). Grazie alla sinergia tra puntamento e creazione del mix adeguato (aspetto decisivo) il risultato è eccellente e permette di percepire un suono veramente grosso in ciascun punto della venue.
I 72 sub Outline DBS 18-2 sono stati posizionati in configurazione end-fire ai piedi di ciascuna torre e in mezzo tra le torri. Anche in questo caso ogni blocco di sub era pilotato da un segnale dedicato per consentire al fonico la libertà di poterne decidere il contenuto musicale da riprodurre. Per concludere diversi sistemi point-source (circa 14 Outline Vegas 12 CX) erano sparpagliati tra i 1000 come fold-back e altri 6 diffusori (Outline Vegas 15 CX) erano utilizzati per il monitoraggio sul palco”.
– Parlaci per favore del ruolo del software Outline OpenArray per la simulazione nella fase di progettazione
“Il puntamento è un aspetto fondamentale per un sistema come questo. La grande gradinata da 11000 posti ha decisamente condizionato la posizione verticale dei cluster, che era abbastanza in alto, con il primo GTO a circa 14 m di altezza. OpenArray ci ha consentito di puntare correttamente il sistema al fine di avere una buona omogeneità verticale a tutte le frequenze di interesse. La rapidità di calcolo unita alla rapidità nel poter visualizzare diverse frequenze ha permesso di poter aggiustare il puntamento on-site dopo aver constatato le differenze tra i cad che avevamo ricevuto e le dimensioni reali del posto.
La possibilità di poter visualizzare in 3D la copertura di ciascun cluster e l’interazione tra i vari array è stata decisiva in fase preliminare per definire le posizioni delle torri e l’orientamento di ogni cluster”.
– Come vengono gestiti i segnali? Che ruolo ha avuto il Newton nella gestione di questa moltitudine e complessità di segnali?
“I 22 segnali (10 per gli array e 12 per i sub) ci sono stati forniti su protocollo Dante in zona palco. Data la distribuzione dei rack di amplificazione abbiamo optato per utilizzare 4 Newton come convertitori Dante-Analogico e per avere un ulteriore livello di processing, al fine di poter “colorare” tutto l’impianto in base alle esigenze dei fonici.
In zona palco avevamo due switch propriamente settati per Dante, uno per il primario ed un altro per il secondario. Da qui, tramite collegamento “a stella” si andava a ciascun Newton con due cavi ethernet. Questo ci consentiva di garantire un’elevata stabilità in caso di problemi di corrente ad una torre. Ciascun Newton, avendo due alimentatori indipendenti, era collegato a due diverse linee elettriche al fine di garantire una maggiore stabilità. Le uscite analogiche di Newton erano collegate direttamente agli amplificatori.
Sempre dalla regia un’ulteriore linea ethernet per ciascun lato collegava i 99 amplificatori in rete per consentirne il controllo remoto.
In regia due computer consentivano il controllo remoto di tutte le macchine tramite Powersoft Armonìa (per gli amplificatori) e Outline Dashboard (per i processori Newton).
Si tratta di uno spettacolo unico e grandioso al quale abbiamo avuto la possibilità e la fortuna di partecipare, il cui risultato finale è stato possibile grazie alla cooperazione di diverse figure. Restituire l’energia di 1000 persone che suonano assieme non è una cosa facile, ma la cooperazione tra gli attori coinvolti e l’utilizzo di materiale adeguato sono state le chiavi per ottenere un risultato eccellente”.
Paolo Calza (Outline – PRO Applications Engineer / Outline Array Trainer):
– Dal lato pratico, com’è stato appendere ed eseguire il puntamento e la taratura di 100 moduli GTO? Ci sono state delle sfide particolari?
“Il progetto acustico del sistema ha rappresentato di sicuro la parte più difficile perché l’area da sonorizzare era molto grande, inoltre la produzione richiedeva di poter ricreare la grandezza visiva della band (un palco largo 100 metri gremito di musicisti) con l’immagine sonora. Una sfida quasi impossibile che però abbiamo vinto utilizzando un sistema grande come il GTO con ben 10 cluster appesi!
Grazie al montaggio verticale dell’impianto abbiamo potuto montare tutte le torri con un ingombro a terra di circa 2 metri quadri sopra i basamenti delle strutture. L’intero sistema in poco più di mezza giornata era già pronto a suonare!
Il tuning non ha richiesto più di un’ora (sotto la pioggia) e il controllo remoto degli amplificatori Powersoft serie K ci ha permesso di controllare l’intero sistema in maniera molto dettagliata e precisa. Il toning è stato invece fatto con i 4 Newton che abbiamo usato per distribuire i segnali sulle torri e allo stesso tempo convertire i segnali da Dante ad analogico e aes/ebu per avere un backup anche sull’ultima tratta della catena di distribuzione”.
Thiago Terra (Powersoft – application engineer)
– Cosa ci puoi dire riguardo all’amplificazione Powersoft e il ruolo del software Armonìa?
“È la seconda volta che amplifichiamo Rockin’1000, lo scorso anno l’abbiamo fatto allo stadio di Firenze, siamo molto contenti e orgogliosi di esserci anche questa volta. Ad amplificare i “mille” ci sono i nostri amplificatori della serie K e serie X, il tutto controllato da ArmonìaPlus, software con il quale sono stati caricati tutti i Preset e si è fatto il tuning.
Nello specifico abbiamo:
73 x K10DSP AESOP (per il main)
23 x K20DSP AESOP (per i sub)
5 x X8 Dante (per il fold-back, la comunicazione del maestro con i “mille” e per il monitoraggio sul palco).
Rockin’1000 oltre ad essere una bellissima esperienza professionale è anche un’esperienza personale che arricchisce molto, un’esperienza unica al mondo. Consiglio a tutti di vedere Rockin’1000 almeno una volta nella vita”.
Fabio Zaffagnini (ideatore Rockin’1000)
– Il tuo ambizioso progetto cresce ogni anno. Dopo aver fatto il tour degli stadi, come ci si sente a suonare sulle piste di un aeroporto?
“Devo dire che avendo iniziato questa avventura con Learn to Fly, arrivare a suonare sulle piste di un aeroporto sembra quasi uno scherzo del destino!
I primi sopralluoghi erano un po’ stranianti, era difficile immaginare un concerto in mezzo a torri di controllo e hangar, ma appena abbiamo iniziato a montare le impalcature, gli impianti, e steso tutti i cavi, abbiamo iniziato a sentirci a nostro agio, ed il resto è stata una cavalcata trionfale!”
– Sei contento di quello che siete riusciti a realizzare per questo mega evento?
“È stato uno show molto ricco e mai prima d’ora ci siamo impegnati tanto sulla costruzione dello spettacolo, con momenti differenti, ospiti, approfondimenti su valori e messaggio. La cosa che però ha colpito tutti è stata altro…”
– E la qualità del suono?
“Appunto, proprio quella! La resa dell’audio è stata impressionante, un suono potente come non mai, ma anche chiaro e pulito. Ad ogni edizione impariamo qualcosa ed aggiustiamo il tiro ed è bello rendersi conto che tutti gli accorgimenti si traducono in un risultato che sorprende ogni volta. Su Won’t Get Fooled Again in certi momenti sembrava esplodere una bomba nucleare, a ripensarci ancora mi esalto!”
Vista la complessità dell’installazione Outline ha fornito il proprio supporto occupandosi, attraverso i collaboratori sopra-menzionati, del progetto acustico iniziale, della verifica e dell’assistenza in fase di taratura dell’impianto audio nel suo complesso.
Il materiale è stato fornito da tre realtà facenti parte della rental network italiana ed europea di Outline e Powersoft, e queste sono: Gigant Sound (Poznań – Poland), Emporio On Stage (Scandicci, Firenze), Show Technologies™ (Recco, Genova).
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Rockin’1000 – IN SINTESI
Ideato da Fabio Zaffagnini, Rockin’1000 è un ensemble di musicisti che si è radunato per la prima volta il 26 luglio del 2015 presso il Parco Ippodromo di Cesena (video), dove interpretarono il noto pezzo Learn to Fly dei Foo Fighters. La performance venne filmata e se ne trasse un video. L’obiettivo era convincere i membri della band statunitense capeggiata da Dave Grohl (ex batterista dei Nirvana) a esibirsi dal vivo anche in Italia (cosa che poi è avvenuta nel successivo mese di novembre). Da allora, la carica dei mille ha iniziato a organizzare concerti in giro per il mondo, da Courmayeur fino a Francoforte, passando per Firenze e Parigi. E ora al tour si aggiunge quindi Milano.
Info: www.rockin1000.com